27 Mar Calo nella raccolta di plasma nel 2022: la necessità di donare
Il 2022 è stato un anno negativo per la raccolta di plasma in Italia. Sono stati raccolti 842.949 chili, circa 20mila in meno rispetto al 2021, quando ne erano stati raccolti 862.401. In definitiva il calo percentuale del 2,3% fa sì che la raccolta della parte liquida del sangue, necessaria alla produzione di farmaci salvavita, sia addirittura inferiore ai livelli del 2020, quando i mesi di lockdown avevano fatto sentire i loro effetti su tutto il sistema sanitario nazionale.
Cos’è il plasma del sangue?
Il plasma è la componente liquida del sangue, costituita per il 90% da acqua e per il restante 10% da sostanze disciolte, come proteine, sali minerali, ormoni, nutrienti e altre molecole importanti. Il plasma svolge diverse funzioni vitali, tra cui il trasporto di sostanze nutritive e di gas come l’ossigeno e l’anidride carbonica, la regolazione della temperatura corporea, il mantenimento dell’equilibrio idrico e l’azione di difesa contro agenti patogeni grazie alle immunoglobuline presenti al suo interno.
La donazione di plasma è fondamentale per la produzione di farmaci salvavita, come l’albumina, le immunoglobuline e i fattori della coagulazione, utilizzati per il trattamento di diverse patologie, tra cui le malattie autoimmuni, le immunodeficienze e le emorragie.
Le cause del calo nella raccolta di plasma
La causa principale del crollo della raccolta è ascrivibile all’andamento dell’epidemia di Covid e in particolare alla variante Omicron, come dimostrato nei monitoraggi mensili pubblicati sul sito del Centro Nazionale Sangue. In corrispondenza dei picchi di contagi segnalati a gennaio, aprile e luglio infatti sono corrisposte brusche frenate nella raccolta di plasma (rispettivamente -10%, -13% e -6,7% rispetto all’anno precedente). Nonostante l’impegno messo in campo ogni giorno, i servizi trasfusionali devono fare i conti con una grave carenza di personale, che incide inevitabilmente anche sulle attività di raccolta di sangue e plasma.
Lontani dall’obiettivo dell’autosufficienza
Questi numeri, dopo la ripresa registrata l’anno scorso, allontanano ulteriormente l’Italia dall’obiettivo autosufficienza. Per soddisfare il fabbisogno di medicinali plasmaderivati come l’albumina e le immunoglobuline, il nostro paese è stato costretto a rivolgersi sempre maggiormente al mercato estero. L’Italia importa principalmente dagli Stati Uniti, dove pure la raccolta ha segnato il passo dal 2020, e questo ha comportato da un lato un aumento dei prezzi di questi prodotti e dall’altro il rischio che in futuro sarà difficile reperire farmaci utilizzati largamente anche in terapie salvavita.
Un appello alla donazione di plasma
“Il plasma è una risorsa fondamentale per il sistema sanitario nazionale – spiega Vincenzo De Angelis, direttore del Centro Nazionale Sangue – eppure sono ancora in pochi a essere a conoscenza della sua importanza. Contrariamente ai globuli rossi, l’Italia non è autosufficiente per il plasma e questo ci espone a dei rischi che, come ci ha fatto capire il Covid, sono meno ipotetici di quanto non ci aspettassimo.
Fortunatamente la generosità degli italiani non è mai venuta meno, neanche nei momenti più bui della pandemia, e ci sono intere categorie di potenziali donatori che sarebbero ideali per il plasma, chi ha il gruppo sanguigno AB per esempio, o le donne, per un minore impatto su riserve di ferro e sui valori di emoglobina. Alla fine basterebbe solo uno sforzo in più da parte di tutti gli attori del sistema”.
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